Qui slide in tema di diritto di sciopero, nell'ambito dell Scuola Sindacale Permamente della Cisl Lombardia
sabato 28 novembre 2020
venerdì 27 novembre 2020
Rinunce e transazioni nel diritto del lavoro: slide
Qui slide in tema di rinunce e transazioni, nell'ambito del corso di diritto del lavoro
venerdì 20 novembre 2020
Licenziamenti collettivi: slide
giovedì 12 novembre 2020
Orario di lavoro: slide
Qui slide in tema di orario di lavoro, nell'ambito del corso di diritto del lavoro
venerdì 30 ottobre 2020
Diritto al lavoro delle persone disabili: slide
Qui slide in tema di diritto al lavoro delle persone disabili, nel Master in disabilità e inclusione sociale dell'Università del Piemonte Orientale, Alessandria
Contratto collettivo nel pubblico impiego: slide
Qui slide in tema di contratto collettivo nel pubblico impiego, nel corso di diritto del lavoro
mercoledì 28 ottobre 2020
Direttiva 2008/104 sul lavoro tramite agenzia interinale: slide
Qui slide sulla direttiva 2008/104 sul lavoro tramite agenzia interinale
Direttiva 1997/81 sul lavoro a tempo parziale: slide
Qui slide in tema di direttiva 1997/81 sul lavoro a tempo parziale
Direttiva 1999/70 sul lavoro a termine: slide
Qui slide in tema di direttiva 1999/70 sul lavoro a tempo determinato
martedì 27 ottobre 2020
Parità retributiva uomo-donna e contratti di lavoro non standard nel diritto UE
Qui slide in tema di parità retributiva tra uomo e donna e contratti di lavoro non standard nel diritto UE
giovedì 15 ottobre 2020
Slide di diritto europeo e comparato del lavoro: libera circolazione e contratti non standard
Qui slide in tema di diritti di libera circolazione in ambito UE e contratti di lavoro non standard
mercoledì 14 ottobre 2020
Slide di diritto europeo e comparato del lavoro: basi giuridiche in materia di contratti di lavoro
Qui slide in tema di basi giuridiche nei trattati europei in materia di contratti di lavoro
Slide di diritto europeo e comparato del lavoro: il contratto collettivo comparato
Qui slide in tema di contratto collettivo tra Italia, Regno Unito, Francia, Germania, nell'ambito del corso di diritto europeo e comparato del lavoro
giovedì 1 ottobre 2020
Slide di diritto europeo e comparato del lavoro: contratto collettivo e sciopero vs. libertà economiche
giovedì 24 settembre 2020
Slide di diritto sindacale europeo e comparato: competenze UE, dialogo sociale, partecipazione
Qui le slide delle prime tre lezioni di diritto sindacale europeo e comparato, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pavia
domenica 13 settembre 2020
Asintomatici ma capaci al lavoro: paradossi del Covid
- CAOS NEL LAVORO
Paradosso degli asintomatici. Abili ma anche in malattia
Tra le sorprendenti novità giuridiche della pandemia da Covid, è diventata virale quella che parrebbe precludere a prestatori asintomatici in quarantena, in ogni caso, la possibilità di lavorare. Non importa se nei locali aziendali o da remoto; se abili o meno al lavoro; e neppure se essi stessi acconsentano a continuare lo svolgimento delle proprie mansioni. Ciò ha del paradossale nel contesto di una grave crisi economica e sociale, in cui la disoccupazione è un problema effettivo per troppe persone; in cui le risorse pubbliche andrebbero non sprecate, ma impiegate per esigenze effettive; in cui, per contro, le stesse imprese in alcuni settori risentono della carenza di disponibilità di manodopera.
Il caso, di recente discusso da importanti operatori giuridici anche sui principali quotidiani nazionali, è quello dei lavoratori dipendenti asintomatici e apparentemente sani – dunque senza manifestazioni della patologia da Covid – e perciò nelle condizioni psico-fisiche di poter adempiere agli obblighi contrattuali di lavoro, ma in quarantena perché positivi. Anche per via dell’impennata dei tamponi effettuati, ora specialmente nei confronti di persone giovani e in età da lavoro, si tratta di un numero crescente di soggetti. L’art. 26 del decreto legge n. 18/2020 (c.d. Cura Italia) ha in generale sancito che “il periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva […] dai lavoratori dipendenti del settore privato, è equiparato a malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento e non è computabile ai fini del periodo di comporto”. Ciò significa che, da un lato, il lavoratore confinato gode dell’indennità di malattia; dall’altro, che durante detto periodo il rapporto di lavoro è sospeso e il prestatore non può essere licenziato.
La normativa non chiarisce un punto importante: può il lavoratore in quarantena, se in stato di normale capacità lavorativa, essere adibito alla prestazione da remoto presso il proprio domicilio? O, al contrario, deve essere considerato in tutto e per tutto ammalato? Qualora si ritenesse preclusa anche l’attività lavorativa da casa – quando il tipo di mansioni consenta l’esercizio a distanza – l’esito desterebbe sconcerto. Ci troveremmo infatti nella situazione di una persona abile al lavoro, forzatamente inattiva, eppure a carico, vuoi dell’Inps, vuoi del datore di lavoro (a seconda della categoria legale di appartenenza e del contratto collettivo applicato). Datore che, dunque, potrebbe dover retribuire il prestatore, abile ma inattivo, per tutto il periodo del confinamento.
Secondo alcuni professionisti, l’imprenditore che, pur con il consenso del lavoratore, si arrischiasse a consentire il lavoro a distanza a una persona in quarantena si esporrebbe a responsabilità risarcitoria qualora, successivamente, si aggravasse la malattia da Covid. Inoltre – si dice – sarebbe improbabile, alla luce del quadro normativo vigente, che il medico curante si spinga a dichiarare il lavoratore, positivo e in quarantena, idoneo a proseguire il lavoro al proprio domicilio.
Seppure un chiarimento legislativo a proposito potrebbe avere un effetto rassicurante per gli imprenditori, si deve già ad oggi ritenere che lo stato di quarantena non precluda il lavoro a distanza. A ben vedere, la normativa presuppone uno stato di rischio, per il soggetto affetto da Covid e per quelli che potrebbero venirvi a contatto, che non sarebbe sussistente là dove la prestazione possa regolarmente effettuarsi da casa. Sarebbe poi difficilmente compatibile con i principi costituzionali di diritto e dovere al lavoro, e di diritto all’assistenza solamente per persone bisognose e inabili, da un lato costringere la persona a una forzosa inattività, dall’altro gravare l’ente previdenziale di una spesa oggettivamente evitabile e il datore di un trattamento economico senza il corrispettivo di una, pur possibile, prestazione di lavoro. Ma, si sa, ragionare per principi, quando la regola di dettaglio non è chiara, è rischioso per chi il diritto lo deve applicare. Si comprende allora il timore delle imprese che, così stando le cose, preferiscono rinunciare alla prestazione di lavoro per non incorŕere in eventuali responsabilità.
Si badi che un problema per certi versi analogo concerne pure persone che non risultano affette da Covid e che, tuttavia, sono in periodo obbligatorio di quarantena a scopo precauzionale, perché provenienti da Paesi a più elevato rischio epidemico. Esse sono dunque impossibilitate quanto meno al lavoro in presenza. Apprezzabilmente, alcune associazioni di categoria del settore agricolo hanno suggerito la sperimentazione di una “quarantena attiva”, pur nell’ambito di un protocollo di sicurezza sanitaria, per poter fruire della manodopera straniera, assai rilevante in detto ambito. Ne va, ad esempio, della possibilità di effettuare in tempi utili la vendemmia della presente stagione. Secondo quanto riportano articoli di stampa, dette associazioni attendono dallo scorso maggio una risposta, sul punto, da parte del Comitato Tecnico-Scientifico.